Ipnosi e attacchi di panico: Keira Knightley afferma l’utilità dell’ipnositerapia.

dal Corriere della Sera 5 ottobre 2018
Recentemente, Keira Knightley, nota attrice copratogonista nei film Pirati dei Caraibi, ha rivelato di aver superato gli attacchi di panico attraverso l’ipnosi.
Attacchi di panico e ipnosi
Gli attacchi di panico si caratterizzano come episodi di angoscia. La persona durante l’attacco di panico sente di non avere più il controllo di sé.
Il problema degli attacchi di panico non è relativo solamente al momento in cui l’attacco viene provato, il problema infatti è il condizionamento che questo ha nel futuro della persona.
Infatti, chi soffre di attacchi panico inizia a temere ogni circostanza di vita, perché teme di star ancora male. La persona inizia a non avere più il controllo di sé.
Perché gli attacchi di panico ci condizionano?
Perché il primo attacco di panico è un trauma.
Quando avviene un trauma la persona si sente impotente, prova paura e l’asse ipotalamo o ipofisi surrene produce molto cortisolo che manda in tilt le funzioni dell’ippocampo (parte molto importante del cervello legata all’elaborazione della memoria). Quindi il ricordo e la situazione non vengono elaborati ma rimangono impliciti, ovvero: può accadere che in certi momenti possono riaffiorare in automatico emozioni e comportamenti avuti durate l’evento traumatico.
Inoltre, alcune situazioni possono rievocare i momenti di insicurezza e fragilità vissuti durante l’attacco di panico, da qui il tornare a sentirsi fragili.
Perché l’ipnosi?
L’ipnosi lavora sulla memoria procedurale, nei ricordi impliciti. Attraverso la tecnica della dissociazione la parte Adulta della mente del paziente può lavorare con lo psicoterapeuta ipnotista sul trauma. Tutto ciò per promuovere l’autostima della persona e il distacco dall’evento e creare nuovi collegamenti positivi per la persona.
Quali sono le tecniche ipnotiche per gli attacchi di panico?
Il protocollo per gli attacchi di panico usato dai professionisti di Modelli di Cambiamento
prevede l’uso della dissociazione VK (visivo-cinestesica. Con questa procedura la persona vivrà, con le risorse acquisite durante la terapia ipnotica, momenti di panico passati. Questa fase permetterà la creazione di nuovi schemi mutando situazioni vissute con ansia e panico in situazioni vissute con emozioni di neutralità o tranquillità. Il paziente viene poi allenato, sempre in ipnosi, a vivere esperienze future, in cui ha paura di avere attacchi di panico, in modo sereno.
Estratti dall’incontro sui disturbi d’ansia e la paura tenutosi il 10 giugno 2014 presso il circolo NOI di Carpi di Villa Bartolomea

Cos’è la paura?
La paura è una delle emozioni fondamentali derivante dalla percezione di un pericolo, reale o supposto.
Quando ci troviamo di fronte a qualcosa che ci può far male o che crediamo possa danneggiarci, il nostro corpo e la nostra mente attivano tre modalità di difesa: possiamo immobilizzarci, scappare, oppure attaccare. Queste modalità sono solitamente accompagnate da modificazioni fisiche utili all’evitamento del pericolo e alla nostra salvaguardia: accelerazione del battito cardiaco, intensificazione delle funzioni fisiche e cognitive con aumento dell’attenzione, protezione di parti importanti del nostro corpo (come il viso, il petto).
La paura vive nel qui ed ora, è sempre paura di qualcosa di preciso. La paura dura poco, quel tanto per aiutarci a rispondere al pericolo.
Che differenza c’è tra paura e ansia?
Se la sensazione di paura persiste anche quando non c’è un pericolo immediato si parla di ansia.
L’ansia è uno stato utile e fisiologico di attivazione mentale e fisica che ci aiuta ad affrontare meglio situazioni future (ad esempio, vari studi dimostrano che presentarsi ad un esame con un po’ di ansia porta a risultati migliori rispetto a chi è completamente calmo). L’ansia, a differenza del paura, è rivolta al futuro.
È normale e fisiologico avere un po’ di ansia in vista di un esame, oppure in vista di un colloqui
o di lavoro.
Si parla di ansia patologica, ad esempio di disturbo d’ansia generalizzata, quando vi è un’eccessiva ansia e preoccupazione relative ad una serie di eventi o attività (lavoro, scuola, … ). Questa eccessiva preoccupazione porta la persona a sentirsi invasa dal problema, potrà presenterare quindi disturbi del sonno, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione, facile affaticabilità. Altri sintomi fisici possono essere gastrointestinali (nausea, gastrite, …) ,dermatologici (orticaria, rossore, eccessiva sudorazione), respiratori (sensazione di soffocamento, difficoltà di respirazione), cardiovascolari (tachicardia, ipertensione).
Quando sentiamo molta ansia temiamo per il futuro: già prevediamo e sperimentiamo nella nostra testa la situazione futura, avvertendo che tutto andrà male o almeno nel modo che non vorremmo


Quali sono i principali tipi di disturbi d’ansia?
Il DSM V, ovvero il Manuale internazionale diagnostico dei disturbi mentali, classifica vari sottotipi di problemi legati all’ansia, tra cui:
– l’attacco di panico,
– il disturbo d’ansia generalizzato,
– l’ansia sociale,
– il disturbo post traumatico da stress.
L’attacco di panico è un improvviso aumento di paura, apparentemente senza motivo, associato a sensazione di mancanza d’aria, sensazione di morire o d’impazzire. Raggiunge il suo picco in pochi minuti e può durare circa 10 minuti nei casi più gravi. I sintomi più frequenti sono: tachicardia, sensazioni di soffocamento, dolore o fastidio al petto, paura di perdere il controllo o di impazzire. Si tratta di un momento di ansia acuta e incontrollata.
Disturbo d’ansia generalizzato: quando vi è un’eccessiva ansia e preoccupazione relative ad una serie di eventi o attività (lavoro, scuola, … ). Questa eccessiva preoccupazione porta la persona a presentare disturbi del sonno, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione, facile affaticabilità. Altri sintomi fisici possono essere gastrointestinali (nausea, gastrite, …) ,dermatologici (orticaria, rossore, eccessiva sudorazione), respiratori (sensazione di soffocamento, difficoltà a respirare), cardiovascolari (tachicardia, ipertensione).
La persona continua a rimuginare sugli stessi pensieri per settimane e mesi non vedendo vie d’uscita.
Ansia sociale: si tratta di una marcata paura o ansia rispetto a situazioni in cui la persona è esposta al possibile giudizio degli altri, si può trattare di una festa come di una riunione, come a un normale ritrovo tra amici o conoscenti. In questo caso l’ansia si esprime tramite arrossamento, sensazione di disagio generale, timidezza eccessiva oppure tramite l’evitamento della situazione.
Disturbo post traumatico da stress: Si verifica dopo che la persona è stata coinvolta in un evento fortemente traumatico oggettivo (incidente, abuso, catastrofe ambientale, rapina, …). Si tratta di uno stato fortemente ansioso caratterizzato da:
• Vissuto intrusivo dell’evento che si propone alla coscienza
• Stato di coscienza simile allo stordimento
• Difficoltà del sonno
• Ansia generalizzata
• Sintomi depressivi
Particolarmente utile per questo disturbo è la tecnica ipnotica che porta la persona a fare un “restauro” della situazione precedentemente vissuta.
Come uscirne?
La paura, l’ansia le impariamo nel corso della vita. Abbiamo l’ansia quando non ci sentiamo sicuri, quando magari vorremmo cambiare qualcosa ma non ci sentiamo pronti … l’ansia è un’amica, ci dice che dobbiamo cambiare qualcosa.
Lo psicologo – psicoterapeuta in questo senso è un valido strumento, dotato di conoscenza, esperienza, neutralità, per aiutare la persona a individuare il problema, capire perché c’è l’ansia e “allenare” la persona a modificare gli schemi rendendoli più funzionali.
Utile a tal fine è la tecnica dell’ipnosi: durante la trance ipnotica la persona rivive la situazione di ansia e , proprio perché in un contesto diverso e non più nel momento passato dell’esperienza, con l’aiuto delle proprie risorse vivrà la situazione in modo differente, ed effettuerà un riapprendimento.
La terapia sistemico relazionale con la tecnica ipnotica ericksoniana permettono di aiutare la persona nel pieno rispetto dell’individualità, della sua storia personale, delle sue potenzialità.
Disturbi d’ansia e… terapia
Come tratto il problema dell’ansia?
Sappiamo tutti cos’è l’ ansia, perché l’abbiamo sperimentata. Tecnicamente viene definita come anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione.

Ansia
Si sa anche che un po’ di ansia è normale, poi però ci sono persone che ne soffrono quotidianamente (disturbo d’ansia generalizzata), altre che hanno delle crisi acute chiamate attacchi di panico, altri ancora ne soffrono in alcuni ambienti (fobia sociale, ansia scolare), altri ancora devono tenere tutto controllo per evitare un eccesso di ansia (disturbo ossessivo compulsivo).
In questo breve intervento intendo mostrare a livello clinico e pratico ciò che ho visto e che continuo a vedere con le persone che mi chiedono aiuto per problematiche di ansia, poi anticiperò brevemente come lavoro.
Nella pratica clinica ho scoperto quanto utile sia modificare l’idea dell’ansia che ogni paziente ha. Cosa vuol dire?
Le persone in terapia con me arrivano come primo passo alla consapevolezza che l’ansia ci avverte sempre che qualcosa non va, va intesa come un messaggio che noi stessi ci diamo. Oltretutto, fondamentale, con i pazienti cerco sempre di evitare che parlino di “ansia”o di altre terminologie tecniche, ma cerco che loro stessi già nelle prime sedute modifichino il termine con “paura”, perché?
Dire “ho ansia” fa pensare a qualcosa di pervasivo e di incontrollabile (ed è vero che a volte ci sentiamo così!), come se “cascasse dal cielo”, mentre dire “ho paura” fa già pensare a un oggetto di paura! “Ho paura di”. Quindi è possibile aiutare la persona a vedere che l’ansia deriva dalla paura di qualcosa che non si riesce ad affrontare ma che si vorrebbe affrontare! L’ansia è una grande amica che sa le nostre debolezze, quindi ci avvisa!
Cos’è la terapia allora?
Il lavoro clinico sarà un lavoro di ritrovamento dell’autostima, della certezza di poter affrontare le situazioni nel “qui ed ora” di ogni istante della vita.
Come tutti sanno, quando c’è paura la sensazione è di attesa per il futuro: “Cosa succederà se faccio così? Cosa faccio? Andrà bene?”. Ma un’altra fondamentale domanda che ci facciamo senza saperlo quando siamo in ansia in realtà è “Vado bene? Sono in grado di affrontare la vita? Valgo?”. Questa è la domanda essenziale, esistenziale: “Valgo?”
Il lavoro che si farà con la persona sarà quindi quello di capire esattamente di cosa ha paura, dei motivi per cui non utilizza altre modalità per far fronte ai problemi, indagare dove ha imparato a svalutarsi e sostenere la persona nel momento difficile aiutandola a trovare nuove soluzioni tramite interventi conversazionali e tecniche attive come l’ipnosi.
Due tecniche
Tecnica della sedia vuota: tra le tecniche ho sempre trovato molto utile la cosiddetta tecnica esperienziale ipnotica cosiddetta della “sedia vuota”, attraverso cui la persona personifica il sintomo e potrà farà varie scoperte … tra cui il senso di potere e di controllo la persona può avere sul problema e come può ridurlo fino ad eliminarlo.
Tecnica ipnotica: noi siamo le esperienze che abbiamo vissuto. Questo concetto è fondamentale nel processo terapeutico che attuo con i colleghi di Modelli di Cambiamento. Cosa vuol dire? Significa che nel passato ci possono esser stati episodi che abbiamo affrontato male, che ci hanno fatto paura o ansia. Successivamente poi accade che ritrovandosi in una situazione simile a quella del passato la persona può iniziare a provare dei sintomi simili al passato. Volendo fare un esempio classico: la persona che va in ansia quando deve parlare in pubblico. Solitamente una persona così ha vissuto male nel passato un episodio simile, solitamente durante l’infanzia. La persona quindi poi quando si ritrova, anche dopo anni, a dover parlare in pubblico si attiva nel cervello la stessa modalità che si attivò nel passato! Il problema poi è che l’ansia si rinforza di giorno in giorno se non elaborata.
Attraverso l’ipnosi la persona potrà sperimentare il primo episodio di ansia ma in modo differente! Così facendo il suo cervello imparerà a non aver più ansia o paura in situazioni simili. Questo nuovo apprendimento è possibile proprio perché la persona si trova in uno Stato Modificato di Coscienza. Quando si parla di Stato Modificato di Coscienza (ovvero lo stato di trance ipnotica) s’intende semplicemente che la persona prova sensazioni differenti ricordando il passato. Esempio: quando si è al lavoro si è concentrati giusto? Quando invece si è in vacanza in spiaggia si è più rilassati, esatto? Ecco, in spiaggia e al lavoro siamo sempre noi stessi, ma in uno stato di coscienza diverso!
Dott. De Tomi
